Le mura di Bergamo, lunghe oltre 6 km e da cui si può ammirare veramente un panorama mozzafiato, vennero costruite a partire del 1561 dalla Repubblica di Venezia per fermare gli attacchi nemici. Fortunatamente non furono mai attaccate restando quindi praticamente intatte..
Sono costituite da 14 baluardi, 2 piattaforme, 100 aperture per cannoni, 2 polveriere, 4 porte (sant’Agostino,San Giacomo, Sant’Alessandro,San Lorenzo o chiamata anche porta Garibaldi) a cui va aggiunto il mondo sotterraneo fatto di passaggi e di cunicoli.
Per costruirle si dovette procedere alla demolizione di numerose cascine, abitazioni, laboratori e 8 luoghi di culto tra cui la cattedrale di Sant’Alessandro, che custodiva le reliquie del santo patrono della città, il convento domenicano di Santo Stefano, contenente le spoglie di Pinamonte da Brembate. Tali demolizioni in particolare portarono molte scomuniche da parte del clero locale.
Il conte Sforza Pallavicino, dovette elargire una grossa somma di denaro per revocare le scomuniche e soprattutto per proteggere gli operai che si stavano occupando della demolizione da 550 soldati.
Detto tra noi…dal punto di vista odierno….direi che ne valse la pena: oggi la cinta muraria di Bergamo è patrimonio mondiale dell’umanità – Unesco.
Nella costruzione delle Mura vennero impiegati 3760 guastatori, 265 tagliapietre, 146 muratori, 46 falegnami, 80 capi, 35 soprastanti e 9 frati. Davvero un grande sforzo organizzativo che però permise alla città di sviluppare maggiormente l’economia locale, grazie in primo luogo proprio all’ elevata richiesta di manodopera ed all’indotto che la costruzione comportò.
Le Mura, simbolo passato di chiusura e di difesa della popolazione, sono oggi il simbolo dell’apertura di Bergamo al mondo.